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Al Senato il maxiemendamento: ecco che cosa accadrà nelle scuole
Criticità serie nel piano per gli insegnanti

Mettendo insieme super poteri del dirigente, sistema di valutazione con studenti e genitori, riduzione delle tutele contrattuali, precarizzazione diffusa, si minaccia in modo serio il pluralismo culturale, la libertà di insegnamento, la qualità della didattica, elementi essenziali della scuola statale.

  1. Piano straordinario di assunzioni – anno scolastico 2015-2016

Dal settembre 2015
Vengono fatte 51.889 immissioni in ruolo per coprire i posti vacanti di insegnamento.
Gli insegnanti scelgono la sede con il meccanismo attuale. Restano titolari di sede.

In corso di anno scolastico
Vengono fatte 55.258 immissioni in ruolo nell’organico aggiuntivo dell’autonomia con decorrenza giuridica settembre 2015.

Dal 1 settembre 2016
Questi ultimi insegnanti diventano titolari degli ambiti
Sono individuati dai dirigenti delle singole scuole, dove restano per tre anni
Restano nelle scuole se non cambia il piano

L’assunzione riguarda:
vincitori e idonei del concorso 2012
personale presente nelle Gae
Dovranno fare domanda per le varie province dove c’è posto

Gli abilitati di seconda fascia dovranno fare il nuovo concorso sui posti disponibili
(si ipotizzano 60 mila assunzioni dal 1 settembre 2016)

Rimane la durata massima dei tre anni nei contratti a termine

>>> UIL : positivo che le assunzioni siano state fatte quest’anno e che le scuole vengano scelte con l’attuale sistema. Netta contrarietà per aver lasciato fuori dalle assunzioni tutti gli abilitati di seconda fascia  che resteranno con contratti precari pur essendoci disponibilità di posti non coperti dal piano di assunzioni. Nessun cenno al piano pluriennale.

  1. Gli ambiti territoriali

Dal 1 settembre 2016 in ogni regione vengono definiti gli ambiti territoriali.
I docenti titolari delle scuole rimangono, salvo i perdenti posto e coloro che fanno domanda di trasferimento.
Questi ultimi si aggiungono ai neo assunti (per la parte di organico aggiuntivo) e ai nuovi assunti dal 2016 , e fanno parte dell’organico di ambito territoriale.
Sono i dirigenti scolastici a “sceglierli” per le singole scuole.
Dopo il triennio l’ambito diventa il luogo di raccolta degli esclusi  che vengono redistribuiti nelle scuole.

>>> UIL : Quello degli ambiti territoriali si prospetta come un girone infernale per gli esclusi.
Gli insegnanti si precarizzano tutti e perdono la titolarità nel tempo. Un meccanismo ingiusto e inapplicabile.

  1. Retribuzione accessoria ‘per merito’

L’assegna il dirigente scolastico, in base a criteri definiti dal Comitato di valutazione composto da:
Dirigente (che lo presiede), docenti eletti dal Collegio, un docente eletto dal Consiglio di Istituto, due genitori eletti dal Consiglio di Istituto (per la scuola primaria e secondaria di primo grado), un genitore e uno studente eletti dal Consiglio di Istituto (per la scuola secondaria di secondo grado), un esterno nominato dal direttore regionale (ispettore, dirigente o docente).
              >>> UIL : un sistema di valutazione “al contrario”, studenti e genitori partecipano alla valutazione degli insegnanti; non avviene in nessun paese europeo. Nessun riferimento ad un sistema di valutazione serio che dovrebbe basarsi su competenze tecnico professionali di aree disciplinari ( ad es. ispettori come in Francia).

  1. Tutele contrattuali

Tutte le norme contrattuali in contrasto con il ddl decadono
In particolare l’intervento riguarda l’orario, la formazione obbligatoria, parte della retribuzione accessoria.
              >>> UIL : impensabile che tutele contrattuali uguali per tutti non esistono più per gli insegnanti che subiscono una doppia penalità: blocco del contratto e riduzione delle attuali tutele.

 

FLC CGIL – CISL SCUOLA – UIL SCUOLA – SNALS – GILDA

Scuola: maxi emendamento, l’ennesimo atto di arroganza del governo non fermerà la protesta

 

La decisione del governo di procedere sulla riforma con un maxi emendamento, su cui intende porre il voto di fiducia, è l’ennesimo atto di arroganza nei confronti della scuola, del parlamento e del Paese. Una decisione intollerabile per il metodo e per i contenuti, che abbiamo più volte avuto modo di contestare.

Le nostre critiche e proposte sono rimaste inascoltate, al di là dei soliti annunci di apertura, giunti dal Presidente del Consiglio

Il governo ha deciso, infatti, di forzare la mano per approvare un provvedimento dannoso per la scuola, ignorando le ragioni di insegnanti, studenti, famiglie e le prerogative del parlamento. Esso verrebbe così privato degli spazi e dei tempi necessari per discutere una riforma decisiva per il Paese, resa ancora più ampia da ben otto deleghe in bianco. Vengono messi in discussione basilari principi costituzionali: inclusività, uguaglianza sociale e libertà di insegnamento.

Non si può migliorare il sistema scolastico, come l’esecutivo invece proclama, con provvedimenti che l’intero mondo della scuola ritiene, con solide motivazioni, sbagliati.

Questa legge infatti:

  • non risolve ma aggrava il problema del precariato
  • esclude e ignora le professionalità ATA
  • mortifica la partecipazione e la collegialità
  • non rispetta la libertà di insegnamento
  • cancella diritti contrattuali fondamentali e indebolisce la funzione del contratto nazionale

Il dissenso finora espresso in modo massiccio e compatto dalla scuola, attraverso una partecipazione storica allo sciopero unitario che ha visto incrociare le braccia a 618 mila lavoratori, oltre un milione di fiaccole nelle piazze delle città italiane, 10 milioni di post e, non ultima, l’altissima adesione allo sciopero degli scrutini, non si fermerà.

I sindacati andranno avanti con tutti gli strumenti di lotta possibili. Non si illuda il premier che la scuola, complice il periodo estivo, possa alla fine rassegnarsi alla sua decisione. Il prossimo anno scolastico sarà contrassegnato dal caos di scelte organizzative e didattiche improvvide e sbagliate, in cui la voce di protesta si farà sentire ancora più forte e chiara.

Renzi e il Governo sappiano che la scuola non accetta padroni, che esiste una comunità educante fatta di professionalità e competenze che ogni giorno lavora con passione e dedizione, a dispetto di stipendi bassissimi, mancato rinnovo del contratto nazionale e tanta precarietà. Questi lavoratori formano al valore della conoscenza e della democrazia le giovani generazioni. La scuola non può tollerare prepotenze e improvvisazioni, ma pretende di essere ascoltata, rispettata e valorizzata.

Flc CGIL                           CISL Scuola                 UIL Scuola                       SNALS Confsal            GILDA Unams

Domenico Pantaleo     Francesco Scrima       Massimo Di Menna     Marco Paolo Nigi      Rino Di Meglio